venerdì 16 settembre 2011

Le ragazze interrotte di Robert Altman

Cosa hanno in comune Tara Reid, Lindsay Lohan e Neve Campbell? Tutte e 3 hanno avuto occasione di lavorare con il grande e compianto Robert Altman (Il Dottor T e le donne (Reid), The Company (Campbell) e Radio America (Lohan)), non riuscendo però, almeno per il momento, a mantenere la promessa del successo che questa occasione poteva loro dare. Pur godendo già di una discreta popolarità prima di incontrare il Maestro, la loro carriera ha conosciuto dei momenti di stallo dopo aver interpretato questi film. Vediamo quindi a che punto ci hanno lasciati e a che punto sono Tara, Lindsay e Neve.

TARA REID


Un inizio davvero promettente quello di Tara Reid nata nel New Jersey nel 1975 con partecipazioni ne Il Grande Lebowsky dei fratelli Cohen, Urban Legend simpatico teen horror al fianco di Jared Leto, American Pie e Cruel Intenctions. Non stupì infatti trovarla nel ruolo della figlia di Richard Gere ne Il dottor T e le donne nel 2000 accanto agli astri nascenti di Kate Hudson e Liv Tyler.
Dopo questo spartiacque che avrebbe potuto segnare la svolta intellettuale ha prevalso l'anima da party-girl e socialitè di Tara che l'ha portata a diventare conduttrice di programmi su E entertaiment incentrati sui suoi viaggi all'unsegna del divertimento, delle notti in discoteca e dei numerosi drink, talvolta al fianco dell'amica Paris (Hilton).



I suoi ammiratori hanno potuto apprezzare la sua partecipazione alla sit-com Scrubs, ma il grande schermo pare averla dimenticata. American Reunion, ultimo capitolo della saga di American Pie, è segnato in stato di post produzione su Imbd, e potrebbe segnare il ritorno di Tara, e riportarla alla ribalta dopo il periodo dei party, la chirurgia plastica e gli eccessivi dimagrimenti. La partita è dunque ancora aperta.


NEVE CAMPBELL

Purtroppo è difficile levarsi di dosso un ruolo televisivo ed essere presi sul serio sul grande schermo, specialmente se con quel personaggio il pubblico ti ha visto diventare grande. Questo è il caso di Neve Campbell.



Deliziosa protagonista della serie tv Party of five dal 1994 al 2000, incentrata su dei fratelli rimasti orfani che cercano di cavarsela da soli, che ha tenuto a battesimo anche Matthew Fox e Jennifer Love Hewitt. Dopo Scream (1996), il malizioso Sex Crime al fianco di Matt Dillon e Studio 54 con Salma Hayek e Ryan Philippe, sembrava proprio che questa bellezza canadese fosse il vero nuovo volto del cinema americano mainstream.




Ma l'acesa era solo cominciata, perchè fu nel 2003 che Neve lasciò tutti a bocca aperta con la sua incredibile performance in The Company di Robet Altman nel ruolo della prima ballerina del Joffrey Ballet danzando magnificamente senza controfigura, e sfruttando gli anni duro lavoro e studio della danza classica, funestati da numerosi infertune. Nel film, scritto e prodotto dalla stessa Campbell, anche Malcom MacDowel e un giovanissimo James Franco.

Una pellicola interessante e insolita The Company, quasi un docu-fiction, consigliatissimo a tutti i veri appassionati di danza che non può non ricordare Balck Swan. La prima volta che ho pensato di scrivere questo post è stato infatti questo inverno dopo aver visto una piccola intervista a Neve Campbell sul tappeto rosso dei Bafta (gli Oscar del cinema inglese) nel quale le si chiedeve se avesse visto il film di Darren Aronofsky e che cosa ne pensasse. Touche, ma abbastanza brava da nasconderlo sotto un velo di diplomazia, Neve che era in piena promozione per Scream 3, ha risposto educatamente di non averlo ancora visto ma di voler rimediare al più presto.
Nessun cenno alla sua strabiliante e autentica performance di pochi anni fa, spazzata via dal successo di Black Swan e dall'Oscar ricevuto da Natalie Portman. Mi chiedo come si sia sentita Neve Campbell, e cosa abbia pensato davvero, e cosa realmente determini il successo si una pellicola a Hollywood: una star? un regista semi esordiente e promettente? una storia avvincente con qualche scena hot ben piazzata?
Io ho molto amato Black Swan e adoro Natalie Portman, ma trovo ingiusto che The Company non abbia avuto altrettanto successo o che non sia stato menzionato nei mesi passati, e non posso fare a meno di pensare se la ragione per la quale la pellicola di Altman è stata penalizzata non risieda nel fatto che si trattava di un progetto fin troppo ambizioso e sperimentale.
Altra ironia della sorte: Black Swan ha trionfato nell'anno in cui gli Oscar erano presentati da James Franco, co-protagonista con Neve in The Company.







La carriera di Campbell dopo The Company è stata costellata di film che hanno poco successo, partecipazioni a serie tv, quella in Medium la più duratura, e molto teatro. Curiosando fra i suoi progetti in fase di sviluppo spicca un film sulla vita del giovane Antonio Vivaldi con Max Irons nel ruolo del celebre compositore.

LINDSAY LOHAN

Deliziosa bambina prodigio, teen ager simpatica e un po' insicura, stella cadente. Ecco quello che finora è stata Lindsay Lohan, una delle giovani attrici più discusse, sempre al centro dell'attenzione dei media per i problemi di alcohol, la bulimia, il possesso di cocaina, carcere e rehab. La cosa incredibile è che la sua carriera ne abbia risentito abastanza marginalemte, infatti accanto ai ricoveri e agli arresti qualche buon film Lindsay è riuscita a piazzarlo anche negli ultimi anni, come Bobby, Chapter 27, una partecipazione al serial Ugly Betty e ovviamente Radio America di Robert Altman.
Nel film Lindsay interpreta la figlia niente meno che di Maryl Streep dando prova anche di buoni doti canore oltre che di indiscutibili capacità attoriali. 



Un'attrice vera, e pure brava, che negli ultimi tempi però ha significativamente alterato il suo aspetto con interventi di chirurgia estetica alle labbra fin troppo evidenti. Forse la ragazze di questa triade che, data anche la sua giovane età, 25 anni compiuti lo scorso luglio, il lato glamour e il fascino maledetto, ha più chance di risalire la china (già in tanti l'hanno fatto prima di lei, basti pensare al redivivo e osannatissimo Robert Downey Junior e alla bad girl gone good Drew Barrymore).



Il problema di Lindsay e di questo atteggiamento autodistruttivo potrebbe risiedere nell'essere stata una bambina prodigio spremuta come un limone da genitori manager fin dalla tenera età, sorte condivisa da Britney Spears, Macaulai Culkin, Cristina Aguilera, artisti che arrivati all'età adulta cadono quasi inevitabilmente in stati depressivi o di breackdown emozionali.
Torno a ripetere tuttavia che la stella di Lindsay è tutt'altro che tramontata e che la giovane attrice può ancora dare tanto al cinema, probabilmente scegliendo con attenzione i ruoli che verranno e avendo più cura di sè stessa; non foss'altro perchè i registi che contano continuano a fidarsi di lei, lo ha fatto Robert Rodriguez per Machete e pare lo farà Berry Lewinson per Mob Street.



Una piccola curiosità: Lindsay Lohan è spesso un personaggio metacinematografico, ovvero viene citata in film e telefilm dei quali non è protagonista, come in Death Proof di Quentin Tarnatino nel quale viene nominata come una delle interpreti del film che le ragazze nella seconda parte stanno girnado, e  nel serial The L Word che l'ha celebrata ispirandosi a lei nella creazione del personaggio di Niki Stevens interpretato da Kate French.


A presto!

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