martedì 22 marzo 2011

La foto del giorno


Amo questo scatto realizzato da Patrick Demarchelier  nel 1993 che ritrae Carla Bruni e Kate Moss: la prima dalla bellezza sicura e risolta e la seconda decisamente e deliziosamente acerba. 

venerdì 18 marzo 2011

5 Film

Attenzione: il post che segue contiene qualche spoiler.


Sul numero di D Repubblica del 19 febbraio 2011 c’era un interessante e succoso articolo al quale hanno contribuito 11 giornalisti del settimanale supplemento di Repubblica, intitolato Le tredici scene più sexy con sottotitolo Statuetta o no, questi film per noi valgono la nomination: alla (nostra) carriera sentimentale. In sostanza erano selezionate 13 scene sexy di film, catalogate secondo il gusto di coloro i quali avevano redatto l’articolo. Ho adorato leggerlo perché mi ha ricordato molto le chiacchiere con le quali io e le amiche cinefile ci intratteniamo, che non sono (soltanto): «Anvedi quanto è bono quello in quel film» ma sono invero considerazioni su scene, sequenze e momenti che hanno parlato al nostro cuore di piccole romanticone emozionandoci, cullandoci e facendoci sognare.
Ho deciso pertanto di prendere a pretesto questo delizioso articolo per stilare una mia lista delle scene romantiche (questo blog è giovane ed è un po’ presto per parlare di quelle sexy, aspettiamo di aver rotto completamente il ghiaccio) che di più hanno fatto battere il mio cuore.

Prima dell’alba: Richard Linklater, 1995
Un classico un po’ scontato, lo so, ma funziona sempre: Lui (Ethan Hawke) americano incontra lei (Julie Delpy) francese su un treno, attacca discorso e le chiede di trascorrere insieme la giornata a Vienna, che è la stazione dove il loro treno sta per fermare, e lei accetta. I due (ventenni) parlano, si conoscono e si piacciono subito tantissimo. Entrano in un negozio di dischi e lei gli propone di ascoltare una canzone in una cabina audio. La musica parte. Loro si conoscono da circa un’ora e l’attrazione è già fortissima e in quello spazio angusto, con le note di Come here di Kath Bloom ci sta davvero per scappare un bacio, ma non succede! Lei lo guarda, lui sorride, poi lui guarda lei che ma sposta subito lo sguardo; ad un certo punto sembra quasi che lui stia per prendere una qualche iniziativa, è solo un momento, perché le si volta verso di lui e non succede niente, la musica continua.


Paura d’amare Garry Marshall 1991
Una piece teatrale diventata film nel 1991 grazie a Marshall che all’epoca era fresco del successo planetario di Pretty Woman. Lei, Frankie, è una Michelle Pfeiffer imbruttita e scialba, con i capelli color topo che fa la cameriera in un ristorante di New York con un passato turbolento e triste, che incontra lui, Johnny-AL Pacino, più affascinate che mai: uno uomo appena uscito di prigione per un piccolo reato di frode che ricomincia una nuova vita lavorando come cuoco nel ristorante dove lavora anche Frankie. Per lui è un colpo di fulmine, ma lei ha paura, appunto, paura a causa di una storia passata con un compagno violento, per il sogno infranto di poter essere madre e l’amarezza della vita che l’hanno resa sospettosa e diffidente; lui la corteggia e iniziano una relazione, fanno l’amore, poi lui diventa troppo invadente, litigano e si riappacificano. Siamo alla scena finale, entrambi guardano l’alba dalla finestra dell’appartamento di Frankie ascoltando il Clarie de lune di Deubussy per radio. Lei cerca un uomo che la ami per sempre e malgrado tutto e l’ha trovato. Non gli ha mai confessato la sua età, prima gli ha detto di avere 32 anni, poi 35. Finalmente si sono chiariti, lui siede accanto a lei davanti alla finestra mentre si lavano i denti e lei: «Per sempre e malgrado tutto?» lui annuisce e lei: «Ho 36 anni..», e lui le accarezza dolcemente una coscia.



Calda emozione Louis Mandoki 1990
Il titolo originale è White Palace, che, come spesso succede, è di gran lunga migliore del titoletto all’italiana, ma trattandosi di un film sulla torrida passione tra un ragazzo di 30 anni e una donna di 46 ecco spiegato l’arcano. Lei è Nora (Susan Sarnadon, bella come non mai) e fa la cameriera, lui è Max (James Spader, bravo attore assai sottovalutato, spesso coinvolto in film a tematica “hot” pur non essendo un fusto, ricordato dai più come l’avvocato sadico del film Secretary ) un manager rampante. Entrambi hanno storie drammatiche alle spalle, lei lo abborda una sera in un bar e cominciano una relazione, lui tenta di far sì che il loro rapporto evolva, prova a presentarle la famiglia, ma niente, Nora è troppo distante dal suo mondo alto borghese. Finalmente i due si ritrovano nella scena finale e…… lascio la parola alle immagini :


Borotalco Carlo Verdone 1982:
Verdone che per tutto il film cerca di sedurre Eleonora Giorgi fingendosi il fantomatico Manuel Fantoni dalle altolocate conoscenze è storia del cinema e io ho sempre trovato la scena finale di una tenerezza incredibile: quando i due si rivedono dopo anni e lei lo rincorre per le scale chiamandolo Manuel, anche se sa benissimo che lui in realtà è Sergio, un semplice rappresentante, e gli chiede se ha più avuto notizie di Dustin Hoffman. Lui attacca con la commedia che De Niro lo ha invitato ad una grossa cena: «Ma io non so se mi va di andarci, a meno che……non vieni con me, e….» e lei «e baciami scemo!». Adoro Carlo Verdone!!!



Ultimo il film al quale sono più legata (tra quelli menzionati) e che trovo racconti in maniera superba la complessità dei sentimenti, dell’amore e del sesso di una generazione, quella dei trentenni, che solitamente si trova a tirare le somme e a fare finalmente i conti con ciò che c’è di non risolto:
 Sesso, bugie e videotape Steven Soderberg, 1989
Opera prima di un regista che, a mio personale parere, negli anni (e spero di essere smentita dal prossimo film) si è un po’ “sputtanato”, Steven Soderberg. Il film, che presentato a Cannes nel 1989 valse al suo autore la Palma d’oro, racconta la storia di Graham (ancora una volta il buon James Spader giovane, caruccio e disoccupato e con un taglio di capelli che farebbe inorridire qualsiasi hairstylist) un uomo che dopo una delusione d’amore ha radicalmente cambiato la sua vita, azzerando tutti i rapporti sentimentali e sessuali e rinchiudendosi in se stesso facendosi scudo di una spietata sincerità. Graham torna nella sua città natale a trovare il suo amico John, un avvocato fedifrago sposato con la bella Ann, una splendida Andie MacDowell (che io trovo una delle attrici più belle di sempre) sconvolgendo il fragilissimo equilibrio della coppia.
Non svelo più di tanto perché il film è da vedere ma c’è una scena nella quale (dopo che nella storia ne sono successe di ogni) Graham accarezza un braccio ad Ann mentre siedono l’uno vicina all’altra sui gradini del portico. Badate bene che nel film, a dispetto del titolo, si sarà visto sì e no un piccolo bacio sulle labbra, e che tutta le tensione si è consumata dialogicamente. «Sta per piovere» dice Anne, «Sta già piovendo» aggiunge Graham, e il film finisce mentre loro si avviano verso una nuova vita.



A presto.



lunedì 14 marzo 2011

Curvy!!!

Liz Hurley, donna splendida e testimonial per molto tempo di Estée Lauder, una volta ha dichiarato che la sua massima gratificazione alimentare nell’arco di una settimana consiste nel concedersi il sabato 6 o 7 chicchi di uvetta sultanina e che da quando aveva 19 anni che va a dormire attanagliata dai morsi della fame.



Queste 2 candide ammissioni suscitarono in me due subitanee considerazioni: 1) mantenere la forma, a quei livelli, deve essere uno sporco, sporco mestiere 2) forse è meglio, in fin dei conti, avere un lavoro che non ti costringa a simili privazioni ( che ne è del motto“guadagnarsi il pane”?).
Catalogando i sette chicchi di uva passa sotto la voce fantascienza e rimanendo dell’idea che un cioccolatino al giorno insieme magari a una tazzina di caffè a metà pomeriggio, costituisca un corroborante diversivo, bisogna ammettere che mantenere la linea è difficile, e, ripensando a quanto ha confidato Liz, c’è solo da immaginare quale deve essere la pressione nel mondo dello show business per costringere una donna a questo tipo di scelte.

Fortunatamente però il vento pare stia girando anche in un'altra direzione.

Chi scrive ondeggia allegramente tra la 44 e la 46 quindi è automaticamente fuori partita e totalmente simpatizzante con quelle che vengono definite curvy icons: Crystal Renn, superba plus size model 24enne autrice del libro Hungry, nel quale racconta il suo difficile rapporto col corpo e la lotta contro l’anoressia, testimonial in questi mesi della denim collection di Marina Rinaldi, Lizzie Miller che ha reso la sua taglia fuori misura un punto di forza, Kate Dillon la modella-blogger che si concede due dessert al giorno con una longevissima carriera e tutte le splendide modelle del marchio Elena Mirò come Zoe MacIntosh, Laura Catteral e l’italiana Laura Brioschi.

Crystal Renn

Lizzie Miller


Kate Dillon


Laura Brioschi


Ho notato con piacere tra le pagine dei giornali un volto e un corpo straconosciuto in patria diventato testimonial di Persona, la linea di taglie morbide targata Max Mara: si tratta di Vanessa Incontrada presentatrice, attrice con un passato da modella “regolare” che dopo la svolta “curvy” passata la gravidanza, con annesse polemiche sulla sua nuova immagine poco televisiva per le quali si è sentita giustamente offesa ( «Parlare di grassezza è sgradevolissimo, non si gioca con queste cose. La società e i media si propongono di aiutare le ragazze con disordini alimentari e poi quando una mette su qualche kg subito le puntano il dito contro.»), è diventata un simbolo per tutte le donne normali che faticano a ritrovare il peso forma rapidamente dopo il parto. Brava Vanessa!






PS con sottotitolo: Se non hanno i carboidrati che mangino le barrette!
Elizabeth Hurley, stanca dell’uvetta, vende sul suo sito internet, oltre ai costumi da bagno della sua collezione, barrette di cereali e, manco a dirlo, di frutta secca che pare vadano a ruba tra le giovanissime modelle inglesi.

martedì 8 marzo 2011

Una domenica a Palazzo

Certe volte, abitando a Firenze, penso che quello che di meraviglioso questa città ha da offrire allo sguardo sia solo la punta dell’iceberg, il che è sicuramente un’esagerazione perché la miriade di cose splendide che ci sono qua sono visibili a tutti: le piazze, le chiese, le opere d’arte nei musei, i giardini, le vedute; ma ci sono, credetemi, anche tante altre cose che questa città nasconde, o meglio, alle quali non si può accedere facilmente da turisti.

Fortunatamente ci sono iniziative come quella nella quale mi ha coinvolto il mio amico Stefano, un bravissimo giornalista sempre molto attento agli eventi culturali toscani: domenica scorsa infatti abbiamo avuto modo di visitare con una guida Palazzo Strozzi Sacrati, la splendida sede della Giunta Regionale Toscana, normalmente chiusa al pubblico.

Si tratta di un suntuoso palazzo che sorge proprio in piazza del Duomo dietro le absidi di Santa Maria del Fiore fra via dell’Oriuolo, via de Servi e via Bufalini; unica dimora signorile che affaccia sulla piazza del Duomo, ha avuto vicende alterne ed è stata riconsegnata agli antichi splendori delle sue stanze dopo un lungo restauro.

Le stanze di questa casa raccontano la storia di una donna, Anna Strozzi, proprietaria del palazzo, che nel 1812 intraprese dei lavori di ammodernamento per i quali ingaggiò una vera e propria squadra di pittori e decoratori estremamente alla moda all’epoca, che col loro lavoro hanno lasciato imperitura memoria negli affreschi, nelle decorazioni e nel giardino del buon gusto di questa dama che per realizzare questo progetto di restauro contrasse molti debiti.

Arrivata al luogo dell’ appuntamento con gli amici sul tardi e un po’ trafelata (domenica mattina…) ho portato con me blocco, matita e buona volontà di resocontare la mia visita, ma niente macchina fotografica (con la mia attuale macchina fotografica, con la quale convivo dal 2008 non c’è mai stato grande trasporto – eccezion fatta per 3 autoritratti,  2 realizzati in un giardino di Manchester  e 1 al Parco della Sterpaia di Piombino, che su Facebook negli anni hanno ottenuto un discreto successo di pubblico e di critica- e quindi finisco sempre per dimenticarla). Fortunatamente con la fotocamera dell’IPhone le cose sembrano partite per il verso giusto e mi ha permesso di realizzare qualche buono scatto soprattutto dei dettagli di questi magnifici affreschi che hanno di più attirato la mia attenzione.

 Un dettaglio dell’affresco di una delle sale da pranzo raffigurante Endimione, il bel dormiente, attribuito a Pietro Giarrè.

Uno scorcio dell’affresco di  Gaspero Martellini del gabinetto privato che raffigura le vicende dello sfortunato amore di Fedra per Ippolito

La marchesa Anna Strozzi-Riccardi con i suoi figli ritratta da Antonio Fedi in una colazione sull’erba all’interno della sala decorata a bosco.

Uno scorcio del cortile che collegava l'edificio alle scuderie e dove la marchesa Strozzi fece collocare una voliera per uccelli.

Lo sbarco delle truppe anglo-americane a Livorno, particolare di Antonio Fedi nella stanza affrescata a ""paese aperto" da Angiolo Angiolini.

Il Duomo visto da una delle finestre del palazzo.


Sempre il Duomo, questa volta all'ombra dell'immenso albero genaologico della famiglia Strozzi.

Con i rimanenti scatti del mio IPhone ho realizzato questo piccolo filmato (primo esperimento nel suo genere da me compiuto) W Windows Movie Maker!!!





(musica: Cavatine, Paisiello arr. Yvalain)

L'iniziativa attraverso la quale ho avuto modo di visitare Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati è Un palazzo, una casa, un museo. Tre luoghi insoliti da visitare a Firenze. Per informazioni sulle prossime visite visitate il sito www.regione.toscana.it/luoghinsoliti



A presto!