venerdì 25 febbraio 2011

Sangue, Sudore e splendide donne


Giorni fa sono andata dal cinema sola soletta (una cosa sublime a mio avviso, e non sono certo una solitaria, ma conoscendomi meglio capirete) a vedere Black Swan di Darren Aronowsky. Avevo grandi aspettative, lo scorso Festival del Cinema l’ho mancato per poco e in questi mesi la mia tensione era cresciuta all’inverosimile. Confesso che la scelta di andare da sola è stata obbligata: nessuno voleva vedere questo film… Presunti svenimenti in sala, non entusiastiche recensioni, “drammaticità delle immagini mostrate” – come direbbe, contrita, una signorina buonasera di quelle che non ci sono più – hanno tenuto eventuali accompagnatori lontani dal cinematografo peggio di una minaccia di contagio di influenza suina. Io, personalmente, dopo anni di sovraesposizione al cinema di ogni tipo sono diventata di stomaco piuttosto forte quindi mi sono appropinquata, struccata (dopo una giornata di pulizie e di revisione articoli su vari trattamenti benessere) ma dignitosamente vestita, al cinematografo più vicino alla mia dimora dove la pellicola era proiettata.

Black Swan è bello. Una cannonata, un film tagliente come un coltello, preciso, incalzante, ti fa affogare nella suspance. Non spendo parole su Natalie Portman e la sua performance, che a mio avviso è incredibile; che le ragazza aveva del potenziale me ne ero accorta con un film Goya’s Ghosts (2006) di Milos Forman nel quale mi era sembrata così brava da fare davvero paura.


Ho gioito moltissimo anche il cameo della divina e indimenticata finalmente-di-nuovo-fra-noi Wynona Ryder: affascinante perfetta e magnetica, vero alter-ego “maturo” di Natalie Portman.


Conturbante e molto promettente Mila Kunis (della quale leggo or ora un curioso dato biografico su Wikipedia del quale ero all’oscuro: è la doppiatrice americana di Meg Griffin ne I Griffin).


Torno quindi ad affermare che Black Swan è un gran bel film che mi ha resa tesa come la pelle di un tamburo per tutta la durata e mi ha fatto stare su di giri per diverse ore dopo la proiezione (e se non è questo lo sporco mestiere che deve fare un film….).

Balck Swan mi ha anche ricordato un film visto anni fa che mi aveva immensamente sedotta: Tout près des étoiles (2001) di Neils Tavernier, un documentario sul corpo di ballo dell’Opéra di Parigi che il regista ha seguito per 3 mesi nel 1999.



Imperdibile per gli amanti della danza, molto interessante per tutti, in questo film si mostrano l’impegno, i sacrifici, gli esercizi, le correzioni e il sudore (tantissimo sudore in effetti) così come sono e come questi giovani ballerini li vivono.
A presto.



Nessun commento:

Posta un commento